domenica 16 marzo 2008

Magnifici Oddero



Alla fine di febbraio ho avuto la fortuna di partecipare, presso il Grand Hotel Sitea di Torino, ad una degustazione in verticale di alcuni Baroli della azienda Oddero di La Morra (CN), organizzata dagli amici di Slowfoodtorino e presentata dal mitico Vittorio Manganelli, curatore della Guida dei Vini SlowfoodGamberoRosso, uno dei più grandi esperti di vino che io conosca, un sommo, con in più la capacità di divertire e creare interesse in chi ascolta.
Oddero è un'azienda storica, imbottiglia da 150 anni, possiede 35 ettari quasi tutti di vigneti di cui 16 di Nebbiolo da Barolo (!), oggi siamo alla sesta generazione tutta femminile, ma già si fanno avanti i giovani nipoti (ad una di loro, Isabella, si deve l'incentivo a rimodernare il sito web aziendale con la collaborazione degli amici di Blulab).
Presenti in sala c'erano l'esperta Mariacristina Oddero e il giovane enologo Luca Veglio, molto simpatico e disponibile a spiegare le alchimie delle sue creazioni, un enologo da seguire con attenzione nel prossimo futuro (insieme all'altro giovanissimo Bruno Tamagnone di Cascina Gilli).
Luca Veglio lavora come enologo solo per gli Oddero perchè, come ci spiega, il Barolo richiede una presenza e una vigilanza costante, quasi quotidiana.
Vittorio Manganelli ci conferma che esistono circa 570 etichette di Barolo, ma di queste (molte create solo per i mercati stranieri...) solo un centinaio sono interessanti; poi ci ricorda che ancora nel 1956 al mitico Ristorante Posta di Monforte (CN) veniva servito il vino in bottiglia con su scritto un generico Vino Rosso, le etichette, le denominazioni nascono dopo.
Manganelli afferma che oggi, rispetto al passato, è difficile distinguere le zone di provenienza del Barolo e che bisogna porre un freno a quei produttori che desiderano un Barolo uniforme, senza differenze fra le varie annate e i vari terroir ; purtroppo il disciplinare permette l'aggiunta di un 15% da altre annate per aggiustare ciò che deve rimanere come è in natura.


Tocca poi al giovane Luca Veglio parlare del fondamentale rispetto del territorio, e dei 25 dipendenti diretti dell'azienda che non fa uso di cooperative esterne e a cui va il mio plauso per questa scelta a prima vista non economica.
Veglio ci spiega che il clima è cambiato, le annate sono più calde, si vendemmia prima e bisogna alzare il livello di cura per il vigneto e per la cantina.
I barolo assaggiati e comparati sono stati due: il Barolo Bussia Soprana Vigna Mondoca 2001, 1999, 1997, 1996 e il Barolo Vigna Rionda 2001, 1999, 1998.
Alla fine Mariacristina Oddero ci ha regalato l'assaggio del Barolo Vigna Rionda 1989, uno dei vini mito nelle Langhe e nel mondo degli ultimi vent'anni, un vino meraviglioso, di cui serberò imperituro il ricordo...
Manganelli ha ricordato che per il Barolo vale la regola del 9, va bevuto dopo nove anni: in questo momento l'annata da bere è il 1998, e ha sottolineato che fino allo sdoganamento da parte dell'americano Parker nel 1990 questo vino ricco di tannini non aveva grande condiderazione internazionale.
Ad una mia precisa domanda Manganelli sottolinea che per il Barolo bastano due ore di anticipo nell'apertura prima di essere servito al desco, non occorrono tante ore come credevo.
Gli Oddero producono, sempre nel massimo rispetto della tradizione, anche altri vini (per un totale di c.a 200.000 bottiglie) fra cui Barbera d'Asti (da vigne in Vinchio Vaglio) e Barbera d' Alba, Barbaresco dal vigneto Gallina di Neive e un altro grande Barolo, il Rocche di Castiglione.
Famiglia Oddero, grazie di esistere!
I


3 commenti:

Anonimo ha detto...

bella serata vittorio!
peccato non aver partecipato.. traspare serietà e tanta tradizione da questa storica azienda.
Notte!

vittorio ha detto...

E' molto importante partecipare a queste serate per avvicinarsi al cuore della comprensione del vino, poi quando siamo in zona Barolo siamo al "nucleo" della questione.
Ti aspetto alla prossima serata dedicata al Timorasso che sarà in aprile, sempre al Sitea.

Anonimo ha detto...

Concordo con Tirebouchon sul giudizio più che lusinghiero nei confronti dei Barolo Oddero, e consiglio l'acquisto dell'annata 2004 da tenere poi in cantina ad invecchiare (le previsioni sono per un grande Barolo).
Manganelli è anche il simpatico direttore dell'Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo (CN)