lunedì 29 ottobre 2007

Il nuovo libro di Laura Mancinelli


"Il ragazzo dagli occhi neri", appena pubblicato da Einaudi, è il titolo del nuovo libro di Laura Mancinelli, scrittrice trapiantata aTorino dopo aver insegnato Germanistica (letteratura medioevale tedesca) alle Università di Sassari e Venezia.
Ho conosciuto questa brava scrittrice qualche anno fà, durante un incontro fra musica classica e letteratura, organizzato in Alta Langa da Gigi Rosso, barolista di fama e cultore delle arti, e devo dire che sono rimasto colpito dalla sua simpatia e dalla sua sincerità nel confessare che è diventata scrittrice senza quasi rendersene conto e in età matura. Laura Mancinelli è costretta alla sedia a rotelle a causa della sclerosi multipla che l'ha colpita nel 1994, ma certo non si perde d'animo, come dimostrano i suoi numerosi e bei libri.
"Il ragazzo dagli occhi neri" è la storia di un viaggio che un ragazzo, Khaled, prigioniero in Svizzera durante l'epoca delle Crociate, compie verso Oriente alla ricerca delle sue radici, in compagnia di un misterioso maestro e del cacciatore Guilbert.
Come tutti i viaggi veri è un viaggio alla scoperta di se stessi.

mercoledì 24 ottobre 2007

Birmania, per non dimenticare


Questa antica statuetta del Buddha proviene dalla Birmania, una terra nota a tutti per le recenti durissime repressioni contro i monaci buddhisti e la società civile che protestava contro le insopportabili condizioni antidemocratiche di vita a cui è sottoposta la popolazione.
Nei primi giorni delle manifestazioni tutti i media erano concentrati sull'evento, poi man mano l'interesse è scemato velocemente, come ogni notizia in questo mondo iperconsumista (anche delle disgrazie), e ora il rischio è che sulla scena cada il silenzio.
Come ha ricordato l'amica Petula in suo post, tocca a noi bloggers mantenere desta l'attenzione sul problema.
Nella mia edicola ho messo in bella mostra un libro del premio Nobel Aung San Suu Kyi che si intitola "Lettere dalla mia Birmania", appena pubblicato da Sperling&Kupfer: si tratta di un testo di circa dieci anni fa tradotto solo ora che consiglio vivamente a tutti.
Dal libro traggo questa breve riflessione dell'autrice dopo una sua visita alla sacra collina di Thamanya: "...Molti ritengono che in politica non sia pertinente parlare di concetti come metta (bontà-tenerezza) e thissa (verità). Ma la politica riguarda la gente, e quanto avevamo visto a Thamanya dimostrava che l'amore e la verità riescono a motivarla infinitamente più di ogni sorta di coercizione."
Agli amici Birmani il mio pensiero.




giovedì 18 ottobre 2007

Dalla Georgia con amore


Ecco la foto, scattata da Sandra durante una serata in enoteca da Eataly con gli amici di SlowfoodCondottaTorino, di una preziosa bottiglia di vino che proviene dalla Georgia, la terra ad est dell'Europa con un piede in Asia dove si dice che abbia avuto origine la coltivazione dell'uva.
Si tratta di una bottiglia di Grand Cru Tsarapi 2005 dell'azienda vinicola Prince Makashvili, importata in Italia da Velier, e in vendita da Eataly a 21 euro (mentre la sceglievo dagli scaffali è comparso il giovane responsabile dell'enoteca a dirmi che la scelta di avere questo vino era stata sua nonostante "in alto" fossero scettici, ed era molto soddisfatto del successo di vendita: 24 bottiglie in breve tempo - onore agli spiriti arditi che si aggirano fra questi bogianen di piemontesi...)
Il vino, un bianco ricavato da uve autoctone di Rkatsiteli, coltivate nel villaggio di Kardanakhi - regione Kakheti, viene fermentato in anfore di terracotta interrate, ed è meraviglioso, profumi originali e una beva estremamente piacevole, va servito non troppo freddo (mi raccomando questo è un vino bianco vinificato come se fosse un rosso), a temperatura cantina.
La regione del Kakheti, nella parte Est della Georgia, è la principale zona di produzione vinicola del paese e merita un viaggio, come quello fatto appunto da Luca Gargano di Velier che è andato a cercare, spinto dal guru della viticoltura biodinamica Nicolas Joly, i produttori di vino in anfora che anni fa avevano ispirato il grande Gravner,vignaiolo nel Collio friulano.
Da comprare e da lasciare in cantina per poi stappare nelle buie sere invernali...
Se volete approfondire il discorso sul vino in Georgia leggete questo interessante articolo scritto per Slowfood da Alexandra Grigorieva.

domenica 14 ottobre 2007

Doris Lessing


Provo una grande gioia nell'unirmi alla gioia degli amanti dei bei libri nell'annunciare l'assegnazione del Premio Nobel per la Letteratura 2007 a Doris Lessing e come qualcuno ha detto la meraviglia non sta nel fatto che Doris Lessing abbia vinto il Nobel ma che non lo abbia vinto negli anni passati; non dimentichiamo che questa grande scrittrice inglese ha raggiunto la veneranda età di 87 anni.
Anni fa mi recavo nei vari stand delle case editrici italiane a chiedere perchè buona parte della produzione letteraria di Doris Lessing, soprattutto quella dedicata alla "fantascienza" e ai brevi saggi non fosse mai stata tradotta, ricevendo alzate di spalle soprattutto da Feltrinelli (editore italiano dei romanzi)...poi con il tempo e il coraggio di due piccole case editrici, Minimum Fax e Fanucci, qualcosa è cambiato, e ora questo Nobel è un dono alla loro intraprendenza.
Per gli appassionati una piccola segnalazione, se conoscono l'inglese: presso il sito dell'Institute for Cultural Research è possibile ordinare o scaricare gratuitamente in pdf la monografia "Problems,Myths and Stories" che deriva da una lezione sul valore delle storie, tenuta ad un seminario dell'Istituto a Londra, nel gennaio del 1998, una vera chicca.
Segnalo anche un piccolo prezioso libro, pubblicato in Italia da Minimum Fax, che si intitola "Le prigioni che abbiamo dentro - cinque lezioni sulla libertà", si tratta di alcune conferenze tenute presso il Massey College dell'Università di Toronto, in Canada. Nel libro troverete spunti per approfondire temi come il lavaggio del cervello, il comportamento di gruppo, l'importanza dell'informazione libera, i movimenti di massa.
Per ulteriori informazioni su Doris lessing e sulle sue reazioni alla vincita del Nobel rimando al sito del quotidiano in lingua inglese The Guardian, sempre molto attento agli eventi letterari.
La foto sopra è stata scattata da Martin Godwin in luglio durante l'Hay Festival.